Agosto 12, 2025

Il Futuro dell’Assistenza in Italia: Sfide e Soluzioni di fronte alla Riforma Imminente

innovación tecnológica y atención centrada en la persona en el sector asistencial

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Il settore dell’assistenza a lungo termine in Italia è al centro di una trasformazione strutturale, determinata da un invecchiamento della popolazione tra i più rapidi in Europa e da un modello di cura ormai prossimo alla saturazione.

Come professionisti, dirigenti e coordinatori di Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), siamo protagonisti di un sistema che si sta ridefinendo.

Le riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le analisi demografiche tracciano una chiara “road map” sulla portata della sfida e sulle opportunità, in cui l’Approccio Assistenziale Centrato sulla Persona e l’innovazione tecnologica rivestono un ruolo chiave.

Dati chiave sul sistema della Non Autosufficienza in Italia

Secondo stime diffuse dall’ISTAT, si stima che circa 4 milioni di cittadini convivano con gravi limitazioni funzionali nelle attività quotidiane e alcune proiezioni indicano un possibile superamento dei 5 milioni entro il 2040.

Il sistema attuale poggia su tre pilastri principali:

  • Famiglia: ancora il principale erogatore di assistenza, ma con risorse sempre più ridotte per i cambiamenti sociali e occupazionali.
  • Assistenti familiari: secondo dati recenti, oltre 1 milione operano a domicilio, spesso in condizioni normative non pienamente regolari.
  • Servizi pubblici: comprendono l’indennità di accompagnamento (oltre 2 milioni di beneficiari, ma insufficiente a coprire i costi reali) e i servizi residenziali (RSA) e domiciliari (Assistenza Domiciliare Integrata – ADI), caratterizzati da copertura limitata e forte disomogeneità territoriale.

L’obiettivo strategico: la Riforma del PNRR e il “Patto per un Nuovo Welfare”

La Legge 33/2023 affida al Governo la riforma delle politiche per la popolazione anziana, in coerenza con le Missioni 5 e 6 del PNRR.

L’obiettivo è ambizioso: superare la frammentazione storica dell’attuale sistema.

I punti cardine della riforma sono:

  • Istituzione del Sistema Nazionale di Assistenza agli Anziani (SNAA) con Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) uniformi a livello nazionale.
  • Integrazione socio-sanitaria: unificare le competenze oggi divise tra il Ministero della Salute e quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, con governance unica e sportello di accesso integrato per il cittadino.
  • Continuità assistenziale: potenziare la permanenza a domicilio con investimenti in assistenza domiciliare, teleassistenza, telemedicina e domotica, considerando le RSA come parte di una rete integrata e non come unico approdo.

Scenari previsionali di fabbisogno

Le proiezioni demografiche e gli obiettivi di riforma indicano un fabbisogno occupazionale senza precedenti:

Alcune analisi settoriali stimano che, senza interventi, il sistema rischi il collasso: occorrerebbero centinaia di migliaia di operatori formali entro il 2030 solo per mantenere l’attuale livello di servizio. In scenari più ambiziosi legati all’ampliamento dell’assistenza domiciliare, la necessità di operatori qualificati potrebbe superare 500.000 nuovi professionisti nei prossimi dieci anni.

Proposte operative dal settore

Secondo le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali, la riforma potrà funzionare solo rendendo più attrattive le professioni di cura:

  • Contratti e retribuzioni adeguate: rinnovare i CCNL, incrementare i salari e ridurre la precarietà.
  • Formazione continua: specializzazione in geriatria, cure palliative, gestione della cronicità, competenze digitali e approcci innovativi all’assistenza.
  • Regolarizzazione e qualificazione degli assistenti familiari: creazione di un registro professionale e percorsi formativi, con piena tutela contrattuale.
  • Sostenibilità economica delle RSA: tariffe e convenzioni con il sistema pubblico che garantiscano la copertura dei costi e permettano investimenti in personale, strutture e tecnologia.

L’Approccio Assistenziale Centrato sulla Persona come leva strategica

Questo modello, riconosciuto da OMS, OCSE e strategie europee, consente di conciliare qualità delle cure e sostenibilità dei sistemi di welfare.

Benefici sul personale:

  • Maggiore soddisfazione e motivazione professionale
  • Senso di appartenenza e valorizzazione del ruolo
  • Riduzione di burnout, stress e turnover
  • Aumento della produttività e riduzione dei costi di formazione

Benefici sugli utenti:

  • Miglioramento del benessere psico-fisico e della qualità di vita percepita
  • Riduzione di ospedalizzazioni evitabili
  • Diminuzione di politerapia e migliore aderenza ai trattamenti

 

In conclusione, l’Assistenza Centrata sulla Persona non è solo un indicatore di qualità percepita da utenti e famiglie, ma rappresenta anche un quadro di riferimento prioritario per la professionalizzazione dei caregiver e per l’efficienza dell’intero sistema socio-sanitario.

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